Il Fantasma di Ukai Kansaku: Una Storia di Pesca con i Cormorani, Tradimento e Redenzione
- Marco
- 31 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Nella tranquilla campagna della Prefettura di Yamanashi, nei pressi della famosa località termale di Isawa Onsen, scorre una leggenda potente e commovente. È la storia di Ukai Kansaku, un pescatore di cormorani che trovò una fine tragica e il cui spirito rimase intrappolato tra i vivi fino a quando un monaco non gli offrì compassione e liberazione.
Questa leggenda, ambientata lungo le rive del fiume Isawa, nell'antica Provincia di Kai, è un intreccio di crudeltà umana, compassione buddhista e dell'arte dimenticata dell'ukai, la pesca con i cormorani.

Da Guerriero a Pescatore
Ukai Kansaku non era nato pescatore. Il suo nome era Taira no Tokitada, un membro del potente clan Taira, nato nel 1130. La sua vita cambiò radicalmente a causa della Guerra Genpei (1180–1185), un conflitto sanguinoso tra i clan Taira e Minamoto che avrebbe deciso il futuro del Giappone.
Tokitada aveva un ruolo importante nel clan: proteggeva uno dei Tre Tesori Sacri, lo specchio imperiale che simboleggiava la legittimità dell'imperatore. Ma, alla fine della guerra, durante la battaglia di Dan-no-ura, Tokitada scelse di non morire. Invece di lanciarsi in mare con lo specchio, lo consegnò ai vincitori.
La sua vita fu risparmiata, ma perse tutto. Fu esiliato, privato del suo nome e del suo onore. Da quel momento, visse con un nuovo nome: Ukai Kansaku.
Un Tabù Spezzato
Ukai Kansaku vagò a lungo prima di giungere sulle rive tranquille del fiume Isawa, oggi nel territorio di Fuefuki, Prefettura di Yamanashi. Qui riprese un'antica abilità: l'“ukai”, la pesca tradizionale con i cormorani. Con i suoi uccelli addestrati e le acque del fiume, cercò di costruirsi una nuova vita.
Tuttavia, quella parte del fiume era ritenuta sacra. Gli abitanti del luogo credevano che fosse proibito togliere la vita in quelle acque. Nessuna pesca era tollerata.
Quando Kansaku fu visto pescare, i villaggi si infuriarono. Nonostante le sue suppliche e la sua ignoranza della tradizione, la loro risposta fu spietata. Lo picchiarono, lo avvolsero in una stuoia di paglia e lo gettarono nel fiume, dove annegò.
Uno Spirito Legato all'Acqua
La morte di Kansaku fu ingiusta e brutale. Il suo spirito, incapace di trovare pace, si trasformò in un jibakurei (地縛霊): un fantasma legato al luogo in cui era morto.
Ben presto, gli abitanti del villaggio cominciarono a vedere una figura emergere dal fiume: era fradicio, silenzioso, vestito da pescatore. Non attaccava, ma la sua presenza bastava a terrorizzare chiunque lo vedesse. Il fiume diventò sinonimo di paura.
L'Arrivo di Nichiren
Anni dopo, un monaco errante di nome Nichiren Shōnin arrivò in zona. Era già noto per la sua devozione al Sutra del Loto e per l'insegnamento di un buddhismo accessibile a tutti.
Giunto vicino al fiume Isawa, trovò un villaggio insolitamente silenzioso. Le barche erano abbandonate, le case chiuse, l'aria carica di paura. Quando chiese spiegazioni, gli raccontarono del fantasma.
Nichiren non si spaventò. Si sedette sulla riva del fiume e meditò, aspettando la comparsa dello spirito.
Un Dialogo tra Due Mondi
Quella sera, Ukai Kansaku riemerse. Ma per la prima volta, qualcuno lo attendeva non con paura, ma con compassione.
Nichiren parlò allo spirito. Kansaku gli raccontò la sua storia: la caduta dalla nobiltà, la vita da pescatore, la morte ingiusta per aver infranto un tabù che non conosceva.
Toccato nel profondo, Nichiren gli promise liberazione.
Il Sutra delle Pietre
Nichiren diede inizio a un rituale straordinario. Raccolse 70.000 pietre lungo il fiume e su ognuna scrisse un carattere del Sutra del Loto. Poi, una per una, le gettò nel fiume, offrendo l'intero testo sacro all'anima di Kansaku.
Per tre giorni e tre notti, Nichiren non dormì né mangiò. Alla fine, Kansaku apparve un'ultima volta. Inchinandosi in silenzio, lo spirito svanì. Era finalmente in pace.
Il Tempio di Ukaisan Onmyō-ji
Per commemorare il gesto di Nichiren e la storia di Kansaku, il villaggio costruì un tempio: Ukaisan Onmyō-ji (鵜飼山 遠妙寺), che si trova oggi a Fuefuki, nella Prefettura di Yamanashi.
All'interno del tempio, nella Ukai-dō, è custodito un memoriale dedicato a Kansaku. Alcune delle pietre del Sutra sono ancora conservate in un contenitore ornamentale. Il tempio ospita anche il maestoso Niōmon, un portale risalente al periodo Edo.
Come Visitare
Nome: Ukaisan Onmyō-ji (鵜飼山 遠妙寺)
Luogo: Fuefuki, Prefettura di Yamanashi
Stazione più vicina: Isawa-Onsen (Linea JR Chūō)
Da Tokyo: circa 90 minuti da Shinjuku con treno espresso
A piedi: 10-15 minuti dalla stazione
Il tempio è meta di pellegrinaggio, spiritualità e riflessione. Un luogo in cui il passato continua a sussurrare.
Il Messaggio di Kansaku
La storia di Ukai Kansaku non parla di vendetta, ma di riconoscimento e giustizia. Non era uno spirito maligno, ma un uomo punito per ignoranza. La sua redenzione è avvenuta non con la forza, ma con l'ascolto.
Il suo esempio ci insegna che:
Non tutti i fantasmi sono malvagi.
La compassione può guarire anche le ferite più profonde.
La memoria è un atto di giustizia.
Conclusione su Ukai Kansaku
Il fiume Isawa continua a scorrere, ma il fantasma di Kansaku ha trovato pace. Le sue gesta sono incise non solo sulle pietre, ma nei cuori di chi visita quel luogo.
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