Tokyo non è una città? Come è organizzato il Giappone
- Marco
- 18 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Quando pensiamo al Giappone, la prima immagine che ci viene in mente è spesso Tokyo: una metropoli gigantesca, piena di luci al neon, grattacieli e treni super veloci. Ma ecco un fatto sorprendente: Tokyo tecnicamente non è una città. Ed è solo una parte di un sistema amministrativo molto più complesso e affascinante, che riflette la geografia, la storia e la politica del Giappone.
In questo articolo scopriamo come è organizzato il Giappone — un’informazione utile per viaggiatori, espatriati e appassionati della cultura nipponica.

I quattro tipi di prefetture in Giappone
Il Giappone è suddiviso in 47 suddivisioni amministrative, che in inglese chiamiamo comunemente “prefetture”. Ma in realtà, in giapponese non tutte si chiamano così: esistono quattro categorie distinte:
To (都) — Metropoli: solo una, Tokyo (東京都)
Dō (道) — Circoscrizione: solo una, Hokkaidō (北海道)
Fu (府) — Prefetture urbane: due, Osaka (大阪府) e Kyoto (京都府)
Ken (県) — Prefetture standard: le altre 43, come Nara, Fukuoka e Hiroshima
Ognuna di queste classificazioni ha origini storiche. Ad esempio, “fu” veniva utilizzato per le grandi città durante l’epoca Meiji, mentre “dō” riflette l’identità storica di Hokkaidō come regione di frontiera.
Quindi, anche se diciamo che il Giappone ha 47 prefetture, in realtà si tratta di categorie amministrative diverse.
Tokyo: l’unica metropoli
Partiamo dalla più famosa: Tokyo.
Tokyo non è una città. Può sembrare strano, soprattutto perché spesso viene indicata come tale sulle mappe, ma amministrativamente è una prefettura metropolitana (Tokyo-to). Questo significa che combina le funzioni di una città e di una prefettura.
Tokyo è composta da:
23 circoscrizioni speciali (tokubetsu-ku), ognuna con un proprio sindaco e consiglio comunale
26 città, 5 paesi e 8 villaggi nell’area occidentale
Diverse isole remote, come le Isole Ogasawara
Quindi, quando qualcuno dice “vivo a Tokyo”, potrebbe trovarsi a Shinjuku (una circoscrizione), a Hachioji (una città vera e propria), oppure su un’isola a ore di distanza dal centro.
Questo sistema consente a Tokyo di gestire una popolazione immensa, garantendo comunque autonomia amministrativa alle singole comunità locali.
Cosa si intende davvero per “prefettura”?
Il termine “prefettura” è una traduzione piuttosto approssimativa, derivata dal francese. In pratica, una prefettura giapponese funziona un po’ come una regione o uno stato.
Ogni prefettura ha:
Un governatore eletto
Un parlamento locale
Responsabilità su sanità, educazione, trasporti e infrastrutture
Tuttavia, il Giappone resta un paese molto centralizzato, con il governo nazionale che stabilisce le direttive principali. Nonostante ciò, ogni prefettura conserva la propria identità culturale, con dialetti, tradizioni e persino mascotte ufficiali!
Per esempio:
Kyoto-fu è famosa per templi, geisha e patrimonio culturale
Osaka-fu è vivace e nota per la sua cucina di strada
Nara-ken è ricca di storia e spiritualità, con cervi liberi nei parchi
Città, paesi e villaggi
All’interno delle prefetture, troviamo le municipalità, che si suddividono in:
Shi (市) — Città
Machi o Chō (町) — Paesi
Mura o Son (村) — Villaggi
Le shi sono le più grandi e offrono più servizi. Quando un machi supera i 50.000 abitanti (e altri criteri), può diventare città. I mura, invece, sono tipicamente rurali e gestiti insieme sotto distretti (gun, 郡).
Esistono poi le città designate (seirei shitei toshi), come Osaka, Kyoto o Yokohama. Sono così grandi da essere suddivise in quartieri amministrativi (ku), simili a quelli di Tokyo ma con meno autonomia.
Esempi:
Osaka-shi ha 24 ku, come Namba, Tennoji e Kita
Kyoto-shi ha 11 ku, come Higashiyama o Arashiyama
Ogni ku si occupa di servizi di base come la raccolta dei rifiuti, le biblioteche o le scuole.
Cosa rende speciali i quartieri di Tokyo?
Solo i 23 tokubetsu-ku di Tokyo sono considerati quartieri speciali. Questo significa che:
Hanno ciascuno un sindaco e un consiglio
Offrono molti servizi in autonomia
Sono amministrativamente equiparabili a vere e proprie città
Questo sistema è nato dopo la Seconda guerra mondiale, quando l’ex città di Tokyo venne sciolta e il nuovo modello metropolitano entrò in vigore. È un sistema unico in Giappone che permette di conciliare centralizzazione e autonomia locale.
Ecco perché quartieri come Shibuya o Shinjuku sembrano vere città: lo sono, almeno a livello amministrativo.
Hokkaidō: la sola “dō”
Un discorso a parte merita Hokkaidō, l’isola settentrionale del Giappone. Il suo nome contiene la parola “dō” (道), che significa “percorso” o “circoscrizione”, un termine legato all’antico sistema provinciale.
Per via delle sue grandi dimensioni e del clima rigido, Hokkaidō è suddivisa in sotto-prefetture (shichō, 支庁), che fungono da centri amministrativi regionali. Nessun’altra area del Giappone usa questo sistema.
Perché è utile sapere come è organizzato il Giappone?
Capire come è organizzato il Giappone è utile per diverse ragioni:
🎫 Pianificare meglio i viaggi: alcune tessere trasporti funzionano solo in certe prefetture o città
🏮 Apprezzare la cultura locale: ogni zona ha le sue tradizioni, dialetti e feste
🛏️ Prenotare con attenzione: “Tokyo” può significare molte cose diverse, quindi è meglio controllare con precisione
E se partecipi a uno dei miei tour, questo sistema prende vita! Quando esploriamo i quartieri di Kyoto o visitiamo i templi di Nara, stiamo attraversando spazi pieni di identità locali, con radici storiche fortissime.
Conclusione: un Paese a strati
Il Giappone può sembrare un Paese compatto e uniforme, ma in realtà è formato da un mosaico di regioni, ognuna con caratteristiche uniche. Dalle isole innevate di Hokkaidō ai paesaggi spirituali di Nara, fino alla metropoli complessa di Tokyo — ogni area racconta una storia diversa.
Quindi, la prossima volta che prenoti un hotel a Osaka-shi, visiti un tempio zen a Kyoto-fu o attraversi i torii rossi di Fushimi Inari a Kyoto, ricorda: non stai solo viaggiando nello spazio, ma anche nella struttura amministrativa e culturale del Giappone.
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