Sugawara no Michizane: dal genio degli studi al più temuto spirito vendicativo del Giappone
- Marco
- 2 giu
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Nel cuore della storia giapponese, tra poesia, intrighi di corte e credenze soprannaturali, emerge la figura affascinante e complessa di Sugawara no Michizane (845–903). Conosciuto oggi come il kami della conoscenza, Sugawara no Michizane rappresenta uno degli esempi più sorprendenti di come una figura storica possa trasformarsi, dopo la morte, in una presenza mitica e divina. In questo articolo ripercorriamo la sua vita, la caduta politica, la rinascita spirituale e l’eredità culturale che ancora oggi vive nei santuari e nel cuore degli studenti giapponesi.

Una mente brillante nell’antico Giappone
Sugawara no Michizane nacque in una famiglia di studiosi e sin da giovane si distinse per l’intelligenza e la dedizione allo studio. Era particolarmente versato nella poesia in stile cinese (kanshi), considerata all’epoca una delle espressioni artistiche più elevate. Si racconta che fosse capace di scrivere venti poesie su venti argomenti diversi… mentre cenava.
Grazie al suo talento, Sugawara no Michizane fece una rapida carriera nella burocrazia imperiale, guadagnandosi la fiducia dell’imperatore Uda, che lo sostenne e gli affidò incarichi di altissimo livello. Tra i più importanti ricordiamo quello di Udaijin (Ministro della Destra), ambasciatore in Cina e precettore del principe ereditario.
Tuttavia, la corte imperiale era dominata da lotte di potere, e il successo di Sugawara no Michizane non passò inosservato al potente clan Fujiwara, che esercitava una forte influenza sull’imperatore.
La caduta: l'incidente Michizane
Nel 897 l’imperatore Uda abdicò in favore del giovane imperatore Daigo, facilmente influenzabile dai Fujiwara. I nemici di Sugawara no Michizane colsero l’occasione per screditarlo, accusandolo ingiustamente di complottare contro la corona. La punizione fu severa: Sugawara no Michizane venne privato di tutti i titoli ed esiliato a Dazaifu, nella lontana regione del Kyūshū.
Ridotto in povertà e isolamento, Sugawara no Michizane continuò a comporre poesie intrise di malinconia, esprimendo fedeltà all’imperatore e dolore per l’ingiustizia subita. Morì nel 903, probabilmente di stenti. Una fine triste e immeritata… ma non la fine della sua storia.
L’ira dello spirito
Dopo la sua morte, Kyoto fu colpita da una serie di disastri naturali e tragedie che molti attribuirono allo spirito vendicativo di Sugawara no Michizane. Piogge torrenziali nel 903, siccità nel 905, alluvioni disastrose nel 906 e ancora nel 910. Nel 930, un fulmine colpì il palazzo imperiale, uccidendo numerosi funzionari. L’imperatore Daigo, sconvolto, si ammalò e morì tre mesi dopo.
Questi eventi vennero collegati alla trasformazione di Sugawara no Michizane in un onryō, uno spirito vendicativo del folklore giapponese, capace di tornare dal mondo dei morti per vendicarsi delle ingiustizie subite. Diversamente da altri spiriti, gli onryō sono temuti per il loro potere distruttivo, e nel caso di Sugawara no Michizane, sembrava impossibile fermarlo.
La riconciliazione: da minaccia a divinità
Di fronte a una lunga serie di disgrazie che mettevano a rischio la stabilità dell’Impero, la corte capì che non bastava negare: bisognava placare lo spirito offeso. Decise quindi di riabilitare ufficialmente Sugawara no Michizane, restituendogli i titoli e dichiarandolo innocente.
Il gesto più significativo fu la costruzione di un sontuoso santuario in suo onore: il Dazaifu Tenmangū, a Fukuoka, proprio nel luogo del suo esilio e della sua morte. In questo modo, la corte trasformava una minaccia soprannaturale in una figura sacra da venerare. Sugawara no Michizane venne elevato al rango di kami e identificato con il nome di Tenjin, divinità della conoscenza, dello studio e della cultura.
Da spirito vendicativo a protettore degli studenti
Con il tempo, il culto di Sugawara no Michizane come Tenjin si diffuse in tutto il Giappone. Molti santuari Tenmangū vennero eretti in suo onore, tra cui il celebre Kitano Tenmangū a Kyoto. La sua immagine cambiò radicalmente: da spirito infuriato a guida spirituale degli studenti, ispiratore dei poeti e protettore del sapere.
Ancora oggi, prima degli esami importanti, migliaia di studenti giapponesi si recano nei santuari dedicati a Sugawara no Michizane per pregare e lasciare le ema—tavolette votive in legno—con le loro richieste di successo scolastico. Il messaggio è potente: chi ha sofferto un’ingiustizia può diventare un faro per gli altri, e la conoscenza, se rispettata, può trasformare la rabbia in saggezza.
Un’eredità che attraversa i secoli
La vicenda di Sugawara no Michizane è emblematica nella cultura giapponese. La sua trasformazione da uomo a divinità mostra come, nella spiritualità nipponica, la memoria dei defunti venga integrata nella vita quotidiana. Le energie negative non si eliminano, ma si trasformano. La vendetta può lasciare spazio alla venerazione, e il trauma diventare poesia, arte, fede.
Sugawara no Michizane è anche simbolo di giustizia postuma. La sua storia ci insegna che le ingiustizie possono essere riconosciute anche dopo la morte, e che chi è stato messo da parte può ritrovare onore, almeno nel mondo spirituale.
Visitare i luoghi di Tenjin
Se vi trovate in Giappone, una visita a uno dei santuari Tenmangū è un’esperienza unica che fonde storia, religione e tradizione popolare. Il Dazaifu Tenmangū, a circa 30 minuti da Fukuoka, è immerso in un paesaggio incantevole e conserva un’architettura tradizionale di grande fascino. Durante la fioritura dei pruni (ume), il santuario si colora di vita e poesia—un omaggio perfetto a Sugawara no Michizane, che amava profondamente questi fiori.
Il Kitano Tenmangū di Kyoto offre uno scorcio sulla spiritualità della città: ogni mese ospita mercatini, cerimonie rituali e momenti di raccoglimento per studenti, famiglie e visitatori.
Conclusione: Sugawara no Michizane
Sugawara no Michizane non è solo un personaggio storico. È la prova vivente—o meglio, spirituale—che in Giappone la linea tra uomo e divinità può essere attraversata quando la storia, le emozioni e la cultura lo richiedono. La sua storia parla a chiunque si sia sentito tradito, escluso o dimenticato, ma anche a chi crede nella forza della conoscenza e nella giustizia, anche se arriva… dall’aldilà.
Che siate studenti in cerca di fortuna, appassionati di storia o semplici curiosi, ricordate: se un giorno sentirete un tuono improvviso nel cielo di Kyoto, forse è Sugawara no Michizane che veglia ancora, ricordando a tutti noi il prezzo dell’ingiustizia e il potere duraturo della memoria.
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